Migranti sbarcano a Catania
Nuovo sbarco al Porto di Catania dove la nave della Marina Militare Cigala Fulgosi e’ arrivata con a bordo 301 migranti salvati nelle scorse ore in diverse operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia.
Nuovo sbarco al Porto di Catania dove la nave della Marina Militare Cigala Fulgosi e’ arrivata con a bordo 301 migranti salvati nelle scorse ore in diverse operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia.
Sono 1541 i migranti tratti in salvo nella giornata di oggi a largo delle coste libiche, a conclusione di 11 distinte operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma.
Il 6 dicembre la Guardia Costiera, proveniente da Lampedusa, farà arrivare ad Assisi un barcone, di quelli usati dai migranti e rifugiati per attraversare il Mediterraneo con il presepe di Natale le cui luci saranno accese da Papa Francesco.
“Immigrazione: un dramma per noi un dramma per loro. Sicurezza e spirito di accoglienza?” è il titolo della manifestazione, organizzata da Salvo Pogliese, parlamentare europeo FI-PPE e da Basilio Catanoso, parlamentare nazionale di Forza Italia, che si è svolta a Catania.
Le modalita’ di riparto delle risorse saranno definite con decreto del ministero dell’Interno, di concerto con il ministero dell’Economia, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della manovra.
Ad Augusta, infatti, la presenza contemporanea di uno dei più vasti poli del petrolchimico di Europa, di una base Nato e dell’arsenale della marina militare, rendono troppo pericolosa la scelta di costruire lì un hotspot.
Sono 406 i migranti – 326 uomini, 72 donne e otto minori – recuperati in diverse operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia e sbarcati al Porto di Catania.
Sono stati portati in salvo 210 migranti che, a bordo di due gommoni, erano diretti verso l’Italia. E’ l’esito di due distinte operazioni di soccorso svolte a largo delle coste libiche.
Li hanno accolti bagnati fradici, senza scarpe ed in stato confusionale. Questa la scena a cui hanno assistito operatori e volontari quando ormai il centro d’accoglienza diurno stava per chiudere le porte dopo il consueto servizio mattutino di colazione e guardaroba.
Oltre cento persone sono state espulse dal centro di accoglienza di Pozzallo nelle ultime settimane. Tra loro donne, anche incinte, minori e persone “vulnerabili”.
Sono 118 le salme dei migranti recuperate dalla Marina Militare italiana dopo il naufragio dello scorso 18 aprile al largo della Libia. Nei giorni scorsi sono terminate le ispezioni e sono stati ultimati i rilievi sul relitto.
Un sedicente tunisino è ritenuto lo ‘scafista’ del barcone ed è stato fermato dalla polizia e dalla Guardia di Finanza di Catania, dopo lo sbarco nel porto etneo: dovrà rispondere di favoreggiamento dell’immigrazione.
Ci sarebbero dodici i casi di sospetta meningite all’interno del centro di accoglienza di Lampedusa ma l’Asp di Palermo, competente per le isole Pelagie, smentisce.
Una delegazione della Prefettura di Catania stamattina si è presentata al Centro di Accoglienza per minori stranieri non Accompagnati “La Madonnina” di Mascalucia per un’ispezione della struttura.
Si sono svolti questa mattina a Corleone (Palermo) i funerali di cinque dei 52 migranti trovati il 26 agosto scorso nella stiva di un barcone soccorso nel Canale di Sicilia dalla nave svedese “Poseidon”.
Sono 4.541 i migranti soccorsi dall’alba nel Canale di Sicilia, a una trentina di miglia dalla Libia. E 948 di loro domani approderanno al porto di Palermo a bordo di una nave tedesca.
Il vescovo di Noto ha deciso di mettere a disposizione alcuni locali della diocesi. Si tratta dell’appartamento della foresteria del palazzo vescovile e di un’ala del seminario che pero’ dovra’ essere adeguata per l’accoglienza degli stranieri.
“I centri di identificazione per immigrati sono quasi tutti previsti in Sicilia (5 su 6): Lampedusa, Porto Empedocle, Pozzallo, Trapani, Augusta e (unico fuori dalla Sicilia) Taranto. Non consentiremo che la nostra Regione divenga un immenso lager; bloccheremo l’installazione degli hotspot nell’isola”.
“I migranti alla Cgil devono sentirsi a casa e considerarsi parte di tutte le categorie. Apriamo le porte a tutte le comunità presenti a Palermo, alla Cgil non facciamo distinzione, non esistono per noi tipologie di migranti”.
Bijou Furaha Nzirirane, agronoma, già collaboratrice per le tematiche della democrazia e dell’accoglienza del centro san Saverio e del centro ascolto Astalli, in Cgil da un anno, dove ha prestato servizio presso Nidil (nuove identità lavorative) e allo sportello di orientamento lavoro Sol.